"Abarth Sport e Prototipi 1949 - 1971" racconta l'evoluzione dell'Abarth in questa categoria del motor sport, mettendola in diretta competizione con le più blasonate Porsche, Alfa e Ferrari, nell'arco temporale che va dal dopoguerra all'inizio degli anni 70 .
L'analisi precisa di ogni singolo modello è accompagnata da moltissime fotografie e da aneddoti che rendono piacevole ed avvincente la lettura.
Un libro che sposa la competenza alla passione per le Abarth, dalle piccole turismo alle potenti Sport prototipo, così da convincere l'autore Renato Donati a realizzare una nuova opera che completasse la conoscenza del marchio.
Questa è una delle recensioni librarie che non solo mi viene spontaneo scrivere ma che al contempo scatena in me una serie di ricordi, alcuni recenti altri remoti ed inevitabilmente anche il dolore per la perdita di tre grandi amici, Franco Ragusa, Sergio Lugo e Roberto Pirera. Sono stati i primi due ad avvicinarmi allo "Scorpione" e a far si che nell'arco di una ventina d'anni raccogliessi memorie e aneddoti sull'Abarth affinchè Renato Donati, autore di questo nuovo volume sentisse il bisogno di conoscermi e chiedere la mia collaborazione per completare alcune piccole parti di questo fantastico volume. All'Architetto Ragusa, compagno di tante avventure e fraterno amico va il merito di avere esteso la mia passione per il modellismo alla conoscenza diretta delle auto sportive che riproducevo, al Dott.Sergio Lugo amico sincero ed affettuoso purtoppo solo per pochissimi anni, massimo esperto dei marchi Abarth e Cisitalia. Grazie a Sergio e alla sua passione per il marchio Abarth che ho dato vita, insieme a Daniele Spataro, a Gaspare Guida, a Salvo Manuli alla Monte Pellegrino Historic, un concorso dinamico per auto da corsa che ha celebrato per sei anni, dal 2012 al 2017, la vittoria di Nuvolari sull'Abarth 204 Sport alla Monte Pellegrino del 1950 e la scuderia e le auto di Carlo Abarth. All'Ingegnere Roberto Pirera, recentemente scomparso, devo essere grato perchè solo grazie al suo apporto umano e professionale è stato possibile fare sfilare per le strade di Palermo centinaia di auto da corsa tra le quali moltissimi prototipi e Formula 1 !
Proprio la nostra MPH ha visto come premio nelle due ultime edizioni un esclusivo mosaico dello Scorpione appositamente realizzato dai maestri mosaicisti Clementina Manzo e Francesco Anchora, premio che ha ancor di più collegato la MPH all'Abarth, complice anche l'indispensabile collaborazione con il Direttore del Motor Village di Palermo, il carissimo Paolo Romano.
Formato: 24.3x27 cm - Pagine: 192
Foto: in b/n e a colori
tiratura limitata a 1200 copie non numerate
« The Swiss Wiz » racconta la storia di Edi Wyss, una incredibile storia che attraversa dal 1969 l’arco temporale del motor racing che tutti noi amiamo, abbracciando in pratica tutte le specialità, dalla Can Am ad Indianapolis, dal campionato mondiale marche alla Formula 1, lavorando al fianco di piloti come Jo Siffert, Herbert Muller, Clay Regazzoni, Joakim Bonnier, per concludersi ai giorni nostri con la creazione della ”Edi Wyss Engineering” , una factory nata per conservare e preservare la memoria delle auto da corsa.
Tagapedia ha collaborato con gli autori nel raccontare l’esperienza nella Targa Florio del 1971 di Edy Wiss meccanico di Alain De Cadenet.
"The Swiss Wiz" era il soprannome di Edi Wyss quando lavorava alla McLaren come meccanico da corsa per Denny Hulme nel 1969. Il gioco di parole evoca in inglese "il mago Svizzero ”, che caratterizza esattamente ciò che è stato più apprezzato di lui, la sua assoluta padronanza della tecnica artigianato e il suo modo pratico di trovare rapidamente una soluzione creativa per ogni problema nell'auto da corsa.
Nella sua autobiografia, Edi Wyss racconta come la sua passione per le auto da corsa e sportive lo abbia portato, in giovane età, prima alla scena delle corse svizzere e poi al circo internazionale delle corse in tutto il mondo. Ha avuto successi con maggio delle personalità con cui ha lavorato, tra cui Joakim Bonnier, Denny Hulme, Andrea de Adamich, Peter Gethin, Alain de Cadenet, David Weir, Gordon Johncock, Herbert Müller, Jo Marquart, Clay Regazzoni e Peter Sauber. Fu profondamente colpito dalla perdita di due amici e conoscenti particolarmente stretti, Bruce McLaren e Jo Siffert. Dopo progetti avventurosi come progettista di auto sportive da corsa, è tornato nell'Oberland di Zurigo dove, nel "Moschthüsli", un'officina contadina convertita, ha creato una piccola officina molto speciale dove collezionisti di auto sportive e da corsa storiche di alto livello hanno le loro auto preziose restaurate e curate.
Il libro offre uno sguardo dietro le scene delle corse negli anni '60 e '70, la scena delle corse in forte espansione con veicoli storici degli ultimi anni e l'attività di restauro di auto sportive di alta qualità ai giorni nostri. Fa appello ai lettori su diversi livelli, poiché in uno stile molto personale, Edi Wyss rivede la sua storia di vita in quattro fasi. Come partecipante diretto, può fornire commenti autentici sulle numerose immagini, alcune delle quali sono pubblicate qui per la prima volta, spesso con un luccichio negli occhi. Dal punto di vista storico, i testi informativi descrivono l'organizzazione e il carattere delle discipline agonistiche in cui Edi era coinvolto. I suoi compagni contribuiscono ulteriormente, episodi memorabili al trambusto colorato della scena. Il suo personale "diario di gara tabulare dal 1969 al 1989" traccia i suoi incarichi di meccanico di gara e l'elenco delle duecento Ferrari che sono passate per mano a Edi Wyss Engineering completano il quadro della sua straordinaria carriera.
Il libro offre molte immagini inedite e racconta la storia personale di un addetto ai lavori che, come meccanico, costruttore di macchine da corsa e restauratore di auto da corsa e sportive, ha lottato raggiungere la perfezione durante cinque decenni. Pur essendo edito in lingua tedesca il libro è corredato da centinaia di foto bellissime ed inedite, che da sole raccontano la vita di Edi Wyss.