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Antonio Pucci - Biografia sportiva
Giuseppe Pantano

 

Il libro nasce per colmare un vuoto letterario nella storia scritta della Targa Florio. L’autore Giuseppe Pantano, prima di tutto sincero appassionato della storica gara automobilistica e fine conoscitore dei suoi protagonisti, ha colto l’occasione della 100° ricorrenza della nascita del Barone Antonio Pucci di Benisichi, il gentleman driver siciliano che divenne pilota ufficiale Porsche negli anni ’60 e che fu il primo conduttore isolano ad imporsi, nel 1964, nella Targa Florio valida per il Campionato Mondiale Marche, per colmare l’incredibile mancanza. Ancora più incredibile perché tutta la famiglia Pucci, dalla nascita della gara nei primi anni del 900 a fianco di Vincenzo Florio sino alla conclusione (nella versione di velocità) nel 1977, ha dato il suo contributo alla sua storia con tre generazioni di piloti di grande capacità nonché di uomini di grandissima qualità.

 

Anche se il libro è incentrato sulla biografia del Barone Antonio, vengono giustamente ricordate anche le gesta del padre Giulio e del figlio Giulio. Per tracciarne i profili umani e sportivi Pantano si è avvalso della stretta collaborazione con GianfrancoPucci, altro figlio del nobile pilota. Pertanto tutti gli aneddoti riportati sono di prima mano, come lestesse immagini, molte delle quali direttamente tratte dagli album dellafamiglia Pucci.

 

La storia agonistica del Barone Antonio, affettuosamente chiamato “zio Antonio” dalle generazioni di piloti isolani e dagli stessi appassionati spettatori della Targa, inizia alla ripresa dell’attività agonistica nell’immediato dopoguerra, vedendolo subito dopo il debutto al volante di una piccola sport artigianale di derivazione Fiat, alla guida di vetture ben più performanti quali le Cisitalia, Ferrari e Maserati per approdare nel 1959 alla Porsche, scelto dalla stessa casa di Stoccarda come suo pilota ufficiale. Un legame cementato dall’amicizia con un altro barone, il tedesco Huschke Von Hanstein, Direttore Sportivo della Porsche, che durerà per tutta la sua vita. Non a caso la Porsche scelse la sua villa sulle Madonie per farne un quartiere generale durante la Targa Florio e la sua figura, sino oltre la fine del millennio, come testimonial.

Tutto questo è ben raccontato nelle oltre trecento pagine dl volume, dove aneddoti e cronache sono sapientemente distribuiti dall’autore, a dimostrazione della grande passione e sensibilità che lo hanno spinto nell’impresa di tracciare questa importante biografia, non solo sportiva. Così dalla scrittura risalta anche la grande figura morale dell’uomo che si spese per il bene della Targa Florio e dello sport automobilistico siciliano proseguendo, dopo il ritiro dalle corse avvenuto nel 1966, la sua attività come Commissario Sportivo Nazionale e Consigliere dell’Automobile Club Palermo fino al 1986, senza cercare né onori né onorificenze, restando così l’uomo libero che tutti hanno stimato, capace di esporre apertamente il suo pensiero critico senza compromessi. Il suo sorriso sornione e la sua grande ironia oltre ai prestigiosi risultati sportivi lo hanno reso sicuramente un icona nella storia dello sport motoristico non solo siciliano.

 

Targapedia ha collaborato con l'autore mettendo a disposizione il proprio archivio fotografico e partecipando alla compilazione dell'appendice modellistica dedicata alla vittoria del 1964.

 

 

 

Il ritorno dell'audace coppa. La Capodarso-Caltanissetta del 1949. IV coppa Nissena
Di Lillo Ariosto

Quando una storia, una bella ed intensa storia di automobilismo sportivo, diventa pretesto per raccontare la storia di una città, della propria città. Una storia non recente, che risale all’inizio del 900, ma se conosciuta aiuta a comprendere meglio ciò che è diventata una città da quel punto ai primi vent’anni del 2000. L’autore, l’avvocato-storico Lillo Ariosto anche nel suo terzo  libro usa la “Coppa Nissena” come pretesto per raccontare con dovizia di aneddoti ed immagini la sua Caltanissetta.  Città che dall’alto domina il suo territorio, più volte raccontato dallo stesso autore come la “Mancha siciliana”, con riferimento a Miguel De Cervanrtes, non a caso citato all’inizio dell’avvincente volume. Una città, Caltanissetta che vista dagli occhi di  Don Chisciotte apparirebbe come un luogo sacro, con i suoi tesori d’arte e con le testimonianze di civiltà e di storia antichissima, con le sue campagne assolate. Tale nostalgia per il passato e per ciò che è stato e potrebbe essere il capoluogo nisseno aumenta osservando Caltanissetta oggi, non tanto con gli occhi innamorati di Don Chisciotte ma con lo sguardo attento di chi scorge dietro ogni angolo una memoria che tende a smarrirsi.

Se questa recensione di un libro che vuole raccontare una gara, la  4°Coppa Nissena, vi può sembrare “fuori tema”, sappiate che lo stesso Lillo Ariosto impiega ben 121 pagine delle 238 a disposizione, prima di inoltrarsi nel racconto prettamente automobilistico-sportivo: questo a dimostrazione di come la storia dei luoghi e quella della competizione si intreccino, di come la società nissena, con una struttura feudo-nobiliare, si sia evoluta e sia cambiata, anche attraverso la distruzione dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, essendo la città, per la sua posizione geografica, strategicamente importante. 

Fu proprio grazie alla forza di volontà ed alla passione sportiva del Principe Raimondo Lanza di Trabia, dei Baroni Antonio Pucci, Stefano La Motta, Giovanni Barile, Luigi Chiaramonte Bordonaro , che l’attività automobilistica sportiva internazionale riprende nel 1948 anche a partire dalla Sicilia, con l’VIII Giro di Sicilia valido per l’assegnazione della Targa Florio, e con altre gare di richiamo come appunto la Coppa Nissena. Grazie al Presidente della Regione Siciliana Giuseppe Alessi, la ripresa di queste attività sportive fece da volano per la ricostruzione della rete stradale e riproponendo la Sicilia al centro dell’interesse sportivo anche internazionale, anche per la ripresa del turismo. Di fatto l’idea di Vincenzo Florio rimaneva attuale e valida per un territorio “isolato” come quello siciliano.

Il volume è esustivo e dettagliatissimo nel raccontare la gara, ripresa dopo una pausa di ben 25 anni dalla sua terza edizione, e che dal 1949 continuerà fino ai nostri giorni. E’ proprio in occasione del centenario della nascita della Coppa Nissena che l’avvocato-storico Lillo Ariosto ha pensato di scrivere e presentare il volume nel settembre 2022 alla vigilia della gara. Una “nota di colore” in un libro con foto tutte in bianco/nero , il bel quadro dell’artista Gabriele Guidetti che rappresenta la Ferrari del Barone Bordonaro lungo le strade assolate della campagna nissena, chiude  l’opera nella IV pagina di copertina.

Targapedia con le foto della famiglia Giordano appartenenti al  suo archivio, ha dato il proprio modesto contributo anche a questo imperdibile libro che racconta la Sicilia e la passione automobilistica sportiva.

« The Swiss Wiz » racconta la storia di Edi Wyss, una incredibile storia che attraversa dal 1969 l’arco temporale del motor racing che tutti noi amiamo, abbracciando in pratica tutte le specialità, dalla Can Am ad Indianapolis, dal campionato mondiale marche alla Formula 1, lavorando al fianco di piloti come Jo Siffert, Herbert Muller, Clay Regazzoni, Joakim Bonnier, per concludersi ai giorni nostri con la creazione della ”Edi Wyss Engineering” , una factory nata per conservare e preservare la memoria delle auto da corsa.
Tagapedia ha collaborato con gli autori nel raccontare l’esperienza nella Targa Florio del 1971 di Edy Wiss meccanico di Alain De Cadenet.

 

"The Swiss Wiz" era il soprannome di Edi Wyss quando lavorava alla McLaren come meccanico da corsa per Denny Hulme nel 1969. Il gioco di parole evoca in inglese "il mago Svizzero ”, che caratterizza esattamente ciò che è stato più apprezzato di lui, la sua assoluta padronanza della tecnica artigianato e il suo modo pratico di trovare rapidamente una soluzione creativa per ogni problema nell'auto da corsa.

Nella sua autobiografia, Edi Wyss racconta come la sua passione per le auto da corsa e sportive lo abbia portato, in giovane età, prima alla scena delle corse svizzere e poi al circo internazionale delle corse in tutto il mondo. Ha avuto successi con maggio delle personalità con cui ha lavorato, tra cui Joakim Bonnier, Denny Hulme, Andrea de Adamich, Peter Gethin, Alain de Cadenet, David Weir, Gordon Johncock, Herbert Müller, Jo Marquart, Clay Regazzoni e Peter Sauber. Fu profondamente colpito dalla perdita di due amici e conoscenti particolarmente stretti, Bruce McLaren e Jo Siffert. Dopo progetti avventurosi come progettista di auto sportive da corsa, è tornato nell'Oberland di Zurigo dove, nel "Moschthüsli", un'officina contadina convertita, ha creato una piccola officina molto speciale dove collezionisti di auto sportive e da corsa storiche di alto livello hanno le loro auto preziose restaurate e curate.

Il libro offre uno sguardo dietro le scene delle corse negli anni '60 e '70, la scena delle corse in forte espansione con veicoli storici degli ultimi anni e l'attività di restauro di auto sportive di alta qualità ai giorni nostri. Fa appello ai lettori su diversi livelli, poiché in uno stile molto personale, Edi Wyss rivede la sua storia di vita in quattro fasi. Come partecipante diretto, può fornire commenti autentici sulle numerose immagini, alcune delle quali sono pubblicate qui per la prima volta, spesso con un luccichio negli occhi. Dal punto di vista storico, i testi informativi descrivono l'organizzazione e il carattere delle discipline agonistiche in cui Edi era coinvolto. I suoi compagni contribuiscono ulteriormente, episodi memorabili al trambusto colorato della scena. Il suo personale "diario di gara tabulare dal 1969 al 1989" traccia i suoi incarichi di meccanico di gara e l'elenco delle duecento Ferrari che sono passate per mano a Edi Wyss Engineering completano il quadro della sua straordinaria carriera.

Il libro offre molte immagini inedite e racconta la storia personale di un addetto ai lavori che, come meccanico, costruttore di macchine da corsa e restauratore di auto da corsa e sportive, ha lottato raggiungere la perfezione durante cinque decenni. Pur essendo edito in lingua tedesca il libro è corredato da centinaia di foto bellissime ed inedite, che da sole raccontano la vita di Edi Wyss.

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